SULMONA – In VIII Commissione alla Camera il disegno di legge in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana.
ll parere di un professionista peligno alla Camera dei Deputati, in merito al decreto “Salva Milano/Salva Italia”.
La settimana scorsa sono iniziate le audizioni alla camera e Salvatore Di Bacco, coordinatore del comitato scientifico nazionale dell’UNITEL, l’associazione dei tecnici dei comuni, nonché Responsabile dell’Area Edilizia e Urbanistica del Comune di Raiano, è stato audito all’VIII commissione ambiente e territorio della Camera dei Deputati. Di Bacco è stato convocato in qualità di esperto nelle materie edilizia e urbanistica per relazionare e fornire indicazioni per gli emendamenti al disegno di legge prima della conversione in legge.
“La figura del tecnico comunale nell’ambito delle procedure di gestione delle discipline edilizie e urbanistiche è il soggetto destinatario principale – ha affermato Di Bacco in audizione – È il professionista che deve interpretare, autorizzare, coordinare, rilasciare, e a volte negare”.
“Se noi tecnici comunali, “addetti in trincea” – continua il Coordinatore di UNITEL – non siamo dotati di strumenti legislativi omogenei, snelli, chiari, inconfutabilmente precisi, il sistema “Italia” ne risentirà e la “rigenerazione urbana”, tanto auspicata anche nella norma di cui si parla in queste audizioni, non potrà decollare, né si potrà dare quell’impulso per il rilancio non solo economico ma anche sociale e culturale necessario per ridare slancio al Paese”.
Il coordinatore Di Bacco, nonostante la recente pubblicazione della Legge n. 105/2024 di conversione del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa) ci ha tenuto a sottolineare la necessità di una riforma strutturale e organica della normativa edilizia. “Auspichiamo con urgenza e indifferibilità – afferma Di Bacco – una nuova riforma strutturale ed organica del testo unico dell’edilizia, poiché dopo le modifiche sostanziali e le liberalizzazioni di questi ultimi anni sulla rigenerazione urbana del nostro patrimonio edilizio, lo stesso è diventato instabile, con le conseguenze visibili a tutti (ne è esempio il disegno di legge oggi alla nostra attenzione, il caso Milano e non, aggiungerei, in quanto da informazioni giunte alla nostra associazione, interessa l’intera Italia). Questa instabilità e non chiarezza dei procedimenti ha portato ad un profluvio copioso da parte della magistratura civile e penale dove ormai i giudici per inserzione naturale si sostituiscono al legislatore (non chiaro nelle sue emanazioni) nella definizione del corpus normativo del T.U. dell’edilizia”.
Viene sottolineata (ancora una volta) la necessità di un serio coordinamento tra le norme che incidono sull’edilizie e quelle sull’urbanistica, “affinché noi funzionari della PA e dei Comuni possiamo operare con certezza giuridica in conformità alla legge senza creare aggravamenti procedimentali e senza trasformarci ogni volta in ermeneuti alla ricerca della verità giuridica”.
Relativamente al progetto di legge, Di Bacco ha evidenziato la necessità di avere una definizione di “Rigenerazione Urbana” e risolvere le ambiguità interpretative delle norme edilizie ed urbanistiche sui limiti di volumi e altezze delle costruzioni nell’ambito del territorio comunale.
Sono contrapposti due orientamenti della giurisprudenza e della dottrina:
– un orientamento restrittivo che consiste nel divieto di realizzare interventi eccedenti i limiti quantitativi previsti nell’articolo in assenza del piano attuativo esteso all’intera zona, anche nelle ipotesi di ricostruzione di fabbricati da eseguire in zone già urbanizzate;
– un orientamento estensivo che richiede il piano particolareggiato o di lottizzazione solo in presenza di aree non urbanizzate, che quindi richiedono una pianificazione attuativa finalizzata a un loro armonico e ordinato sviluppo.
La proposta di legge punta quindi a risolvere questo contrasto facendo prevalere l’orientamento estensivo, cioè considerando conformi alla disciplina urbanistica, a determinate condizioni, gli interventi realizzati o assentiti, anche in mancanza di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata. “È necessario – afferma il coordinatore di UNITEL – oggi porre un rimedio a questo vuoto di confini, differenziando ciò che i legislatori nazionali e regionali hanno ampliato in questi anni. Tali norme regionali in questi anni hanno operato attribuendo definizioni differenziate della rigenerazione urbana e della riqualificazione o del recupero, applicandole, a volte in modo variegato. Tale situazione ha portato ad una non coerente definizione con rappresentazioni disorganiche e non sistematiche sull’intero territorio nazionale. Rimettere alla potestà legislativa concorrente tale definizione, anche alla luce delle politiche di governo del territorio, con obiettivi comunitari tendenti ad una sensibile riduzione del consumo del suolo pari a zero entro il 2050, significherebbe non essere in linea con i dettati e le politiche di sviluppo energetico e di sostenibilità che l’Europa ci impone in modo unitario. Pertanto, sarebbe auspicabile nell’ambito delle politiche rigenerative, evitare tale frammentazione regionale”.
Secondo Di Bacco risulta, dunque, indispensabile che il disegno di legge “detti linee prescrittive, con caratteristiche di unità e di omogeneità applicative su tutto il territorio nazionale. Tale individuazione deve tenere conto della differenziazione tra le fattispecie previste dallo stesso disegno di legge, quelle della riqualificazione di aree urbane degradate e quella di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione”.
“E’ indispensabile che il disegno di legge, proprio perché nasce con l’urgenza di soddisfare le esigenze abitative primarie dei cittadini italiani, detti linee prescrittive, con caratteristiche di unità e di omogeneità applicative su tutto il territorio nazionale. Tale individuazione deve tenere conto della differenziazione tra le fattispecie previste dallo stesso disegno di legge; quelle della di riqualificazione di aree urbane degradate, e quelle di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione.
“ Anche quella della definizione di “recupero”, necessità di una chiara e puntuale indicazione, ad esempio, elencando le tipologie di intervento edilizie che devono rientrare nella nozione di recupero, (manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo, igienico-sanitario, ristrutturazione, edilizia ricostruttiva, etc.), affinché si stabilisca una certezza delle procedure da seguire e da applicare anche alla luce di un massivo utilizzo di bonus, anche di natura fiscale , che andranno ad incidere sul bilancio dello stato.”
La proposta di legge è stata presentata con l’obiettivo (dichiarato) di salvaguardare la pianificazione urbanistica generale dei comuni e di tenere in considerazione i naturali e costanti mutamenti del tessuto urbano, nonché di dettare disposizioni in materia di ristrutturazione edilizia.
In allegato potete consultare la corposa relazione depositata agli atti della commissione ambiente e territorio della camera che ricostruisce anche attraverso autorevoli contributi di giuristi, il tema della rigenerazione urbana e della riqualificazione attraverso un exscursus delle normative che si sono succedute negli ultimi anni.